domenica 28 aprile 2013

Ecologia Medica




                                                                                                     Nell’ultimo secolo le malattie infettive sono state sostituite dalle patologie croniche cardio-cerebro-vascolari e polmonari come principale causa di morte. Negli ultimi decenni la spesa per i farmaci è drammaticamente cambiata ed aumentata: diabete, ipertensione,colesterolo e malattie polmonari, derivanti dal benessere, fagocitano gran parte delle risorse. Cosicchè il 75% della spesa sanitaria è destinato alla cura dei pazienti cronici.                                                             
L’allarme che le malattie croniche potevano mettere in ginocchio il ricco Occidente nasce negli anni ’80, da alcune drammatiche proiezioni sulle patologie conseguenti al benessere.
Nella realtà i trend si mostrarono peggiori delle aspettative tanto che nel 2005 l’OMS ha proposto un progetto mondiale: “Prevenire le malattie croniche: un investimento vitale” ( http://www.who.int/chp/chronic_disease_report/full_report.pdf ). Il rapporto presenta –con un taglio molto pratico- proiezioni sui costi delle malattie croniche e l’impatto sulle economie nazionali. In conclusione il compianto Direttore Generale dell’OMS Lee Jong-Wook affermava: “Restare a guardare è costoso e inaccettabile.” Mentre Lancet lanciava l’allarme per una possibile epidemia di malattie croniche, evitabile soltanto a fronte di un impegno politico globale, forte e coordinato.
L’Europa rispondeva con il programma “Gaining health”, strategia per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche.  Approvato in Italia (16/02/'07) partiva Guadagnare salute: “Sulla base di una strategia comune europea, una serie di progetti e iniziative di prevenzione e comunicazione intendono promuovere l’adozione di stili di vita sani.”

Questo grande sforzo organizzativo -la prima strategia globale di prevenzione- quali risultati ha dato? Secondo l’ultimo rapporto dell’OECD la spesa sanitaria nei 30 Paesi più sviluppati del mondo è in frenata mentre le malattie croniche, il consumo di grassi e l'obesità sono in aumento. È evidente che il sistema che abbiamo per implementare salute non funziona.

Per cambiare stile di vita non basta sapere cosa cambiare: non si basa sulla pura informazione ma è un processo culturale, quindi sociale e civile.
L’ambiente non è un contenitore passivo che si adatta alle nostre scelte, decisioni, ma partecipa attivamenteinteragisce nel determinare i nostri comportamenti. La malattia è una diretta conseguenza della maniera di vivere. Intervenendo solo sull’uomo non si riesce a cambiare perché l’ambiente partecipa attivamente alle nostre scelte, fin negli aspetti esistenziali.

Noi non sappiamo l’origine di molte patologie oggi in rapido aumento. Ma già questo basta per concludere che sono generate dall’interazione dell’ecosistema uomo-ambiente. Un ecosistema che nell’ultimo secolo è stato completamente rivoluzionato.

Le malattie derivano da un contrasto con l’ambiente. La salute rivela quanto una società sa adattarsi, integrarsi, interagire positivamente con l’ambiente.

Può essere la salute (espressa in anni di vita guadagnati ponderati per la qualità della vita -Quality Adjusted Life Years, QALY) la misura per testare la bontà di un sistema? 
Forse la domanda corretta è: esiste un sistema che reggerebbe ad un indice così severo?

Nell’adattamento fra l’uomo e l’ambiente se il sistema è in equilibrio viviamo in salute, altrimenti ci ammaliamo. Ogni cambiamento umano porta conseguenze nell’equilibrio naturale; la salute è il premio all' uomo in equilibrio col suo ambiente.
Le interazioni, le reciproche influenze e complicità fra l’ambiente e i comportamenti umani sono in gran parte sconosciute.
Propongo di creare una disciplina nuova, dedicata a studiare –per quanto possibile con rigore ed obbiettività scientifiche- queste interazioni per cercare di intervenire in maniera efficace ed efficiente.
L’ecologia medica (o ecomedicina) vuole essere la branca della medicina preventiva che si prefigge di integrare l’uomo nel suo ambiente attraverso lo stile di vita.
Contestualizzando: trovare la maniera migliore per ritornare ad un sistema integrato con l’ambiente e vivere con uno stile di vita rispettoso delle leggi naturali.

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